Aglucus - Αγλυχυς


RECENSIONI


Aglucus - delle Cantine Colle di San Domenico


Il generoso estratto di Aglianico delle terre Campane ha origini antichissime. Le barbatelle di aglianico furono importate dall’Ellenia quasi tremila anni fa e impiantate laddove le popolazioni native furono conquistate dagli etruschi e dai greci, che portarono intorno all’VIII secolo antecedente l`avvento di Cristo nuove e differenti tecniche di coltivazione della vite. 

L’insegnamento enoico dei greci soppiantò a lungo termine quasi del tutto l’arte viticola etrusca e la vigoria delle viti che dovettero produrre vino di qualità fu tenuta a bada sin da allora. Poscia, in età romana, la rinomanza dei vini della Campania Felix accrebbe notevolmente e raggiunse ogni confine del vasto e potentissimo impero in virtù del particolare apprezzamento che i generali delle legioni riservarono alla produzione locale.

Se il buon senso dei greci e dei romani impose il consumo del vino miscelato con acqua di mare, miele e spezie varie oggi, nei locali à la page delle metropoli cosmopolite, l`offerta qualificata dei sommelier e dei top barmen internazionali, nei riguardi dei pretenziosi intenditori del beverage, spazia dagli scenografici cocktail a base di pregiati nettari ai corposi torchiati territoriali da abbinare a formaggi stagionati.

I gioielli enoici dell`Irpinia racchiusi nelle bottiglie bordolesi o borgognotte narrano storie di antiche colonizzazioni esprimendo appieno il sapiente e faticoso lavoro svolto non soltanto dall’enologo in cantina, ma anche, se non ancor più, dal vignaiolo coscienzioso e profondo conoscitore della sua vigna. 

La singolare chimica degli elementi nella composizione del terreno di origine vulcanica - argilloso-calcareo, l`ottimale livello di umidità, la notevole quantità delle ore solari, la corretta esposizione dei vigneti, l`orientamento dei filari e l’altitudine, unitamente alle modalità di coltivazione e al momento delicato della raccolta, giocano un ruolo fondamentale nel determinare il carattere di quel calice di vino che ogni individuo di buon senso e di buon gusto ama associare ai momenti piacevoli della giornata.     

                

Aglucusjpg

 

Aglucus D.O.C. 2006 di Cantine Colle di San Domenico, fratello non certo minore del Taurasi D.O.C.G. della stessa tenuta, è composto interamente di quell`uva ellenica impiantata quasi cent’anni fa sulle colline di Chiusano, nel territorio di Avellino, sopravvissuta miracolosamente al flagello del piccolo afide della fillossera. Il vitigno dal forte genoma trasmette inequivocabilmente l’ardore codificato nei suoi geni e il miracolo che si compie fra le papille filiformi e la cupola del palato nel momento dell’assaggio sembra avere origini ben più complesse di quelle a noi note.

Le tonalità dell`estratto proveniente dall’antico vigneto virano sulla paletta dei colori dalle nuance simili agli arilli del melograno, rilevabili sulle rotondità più estese del calice, all’amaranto sull’unghia, mentre leggeri riflessi aranciati indicano l’età avanzata trascorsa in una vecchia botte di rovere, pur mantenendo una vivacità simile alle pietre più preziose. Il bouquet appena aspirato trascina l`avventore enoappassionato in un vasto prugneto pronto a donare i suoi frutti ben maturi alle premurose cure dell’uomo. La leggera astringenza e l’alcol ben disteso si concedono con voluttuosità anche al più delicato dei palati femminili che in presenza di scaglie di pecorino sardo da spilluzzicare, leggermente stagionato per non sovrastare il godibile retrogusto del vino, appagano l`esperienza sensoriale sui generis trasformando un semplice happy hour in un elegante happening di tono conviviale.




Copyright ©

RIPRODUZIONI RISERVATE:


Articolo: © Spumarche - Eva Kottrova / Kottra Éva

Immagini: © Spumarche® 

  1° Pubblicazione su SPUMARCHE.com: 04.04.2013